Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia è un museo statale italiano dedicato alla civiltà etrusca e falisca ospitato all’interno di Villa Giulia, costruita per volere di Papa Giulio III, tra il 1550 e il 1555, e come altri musei romani, vale da solo la visita. Alla realizzazione della Villa lavorarono architetti come Vignola, Bartolomeo Ammannati e Giorgio Vasari.
Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia: meraviglie etrusche a Roma
Il Museo Nazionale Etrusco fu stato fondato nel 1889 per raccogliere le antichità pre-Romane provenienti dalla zona compresa tra il Tevere e il Mar Tirreno, quindi del Lazio, dell’Umbria e dell’antica Etruria meridionale. I reperti in esso contenuti appartengono alla civiltà etrusca e falisca, cioè dei Falisci, gli abitanti di Falerii, corrispondente all’attuale Civita Castellana, con cui i Romani indicavano un antico popolo dell’Etruria meridionale.
Nel 2012 sono stati aperti alcuni ambienti anche all’interno della vicina Villa Poniatowski, storica dépendance papale.
Trafugato nella necropoli di Cerveteri, era esposto dal 1972 al Metropolitan Museum di New York. Dopo una lunga contesa, è tornato in Italia nel gennaio 2008, ed è uno dei fiori all’occhiello del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.
Sorprendente, il Sarcofago degli sposi, un monumento funerario in terracotta a grandezza naturale.
Il Sarcofago degli Sposi
Il Sarcofago degli Sposi è un’opera famosa nel mondo, risale al VI secolo a.C. e raffigura un uomo e una donna sdraiati su un triclinio.
I due sono raffigurati in un tenero abbraccio mentre stanno per bere del vino insieme, uno dei momenti più belli e tipici della vita quotidiana che si voleva protrarre anche dopo la morte.
È una scena ricca di intimità, riprodotta su di un sarcofago che conteneva i resti dei defunti, rappresentati come se non fossero mai morti.
Altre due pregevoli opere, sono la Cista Ficoroni, un contenitore da toletta del 350-330 a.C., e un’urna cineraria a capanna dell’VIII secolo a.C.
Le Lamine di Pyrgi
Il Museo custodisce altri importanti tesori, come le famose Lamine di Pyrgi, tre lamine d’oro, su cui sono incisi tre testi scritti in lingue non più parlate: due in lingua etrusca, la terza in fenicio, la lingua della città di Cartagine e delle sue colonie.
Risalgono a 2500 anni fa e sono perfettamente conservate. Per proteggerle, infatti, furono sepolte con cura, dopo essere state arrotolate su se stesse e inserite in una custodia.
Insieme alle lamine sono stati rinvenuti alcuni chiodi in oro, che servivano probabilmente a fissarle allo stipite di una porta come dimostra la presenza di alcuni fori sulle lamine stesse. Tra le varie iscrizioni giunte fino a noi sono considerate la più antica fonte storica diretta dell’Italia preromana. La loro interpretazione ha contribuito a migliorare la comprensione della lingua etrusca.
L’Apollo di Veio
Una straordinaria testimonianza del passato custodita al Museo Etrusco di Villa Giulia è l’Apollo di Veio, una scultura in terracotta che conserva la colorazione originale della fine del VI secolo a.C.
La statua di Apollo fu rinvenuta quasi integra in uno scarico nel maggio del 1916. Era spezzata in più parti, ben allineate lungo un terrapieno, e questo denota un religioso rispetto da parte di chi l’aveva interrata.
Alta circa 1,80 m, faceva parte di un gruppo di sculture in terracotta in dimensioni naturali realizzato tra il 510 e il 490 a.C., destinato ad adornare la sommità del tetto (columen) del tempio in località Portonaccio a Veio, dedicato alla dea etrusca Menerva (la greca Atena), a circa 12 metri di altezza.
La statua rappresenta il dio Apollo che avanza a piedi nudi con un braccio teso in avanti in maniera minacciosa e l’altro abbassato, forse per reggere l’arco. Per capire il suo atteggiamento bisogna metterlo in relazione l’Apollo con la statua che ha di fronte.
Raffigura Ercole che ha appena catturato la cerva dalle corna d’oro, sacra alla dea Artemide. È una delle Dodici fatiche che l’eroe doveva portare a termine per espiare l’assassinio della moglie e dei figli in preda a un attacco di follia.
Si spiega così l’ira del dio Apollo che si appresta a lottare con Ercole per liberare la cerva, sacra a sua sorella.
Accanto ad Apollo ed Ercole c’erano Artemide, la dea a cui era stata sottratta la cerva, e Mercurio, in veste di pacificatore, la cui testa è esposta nella stessa sala.
La ricchezza e la qualità di questa straordinaria decorazione in terracotta costituisce un esempio unico nel mondo antico.
Un’altra statua che apparteneva alla decorazione del santuario rappresenta Latona con in braccio Apollo bambino, nell’atto di tirare frecce al serpente Pitone.
Nel percorso museale si ammirano anche i resti del tempio etrusco di Alatri, un altorilievo staccatosi dal frontone del tempio di Pyrgi sul quale sono raffigurate scene tratte dal mito dei Sette contro Tebe, le collezioni della famiglia Barberini, dei Castellani e dei Pesciotti e l’Olpe Chigi, una ceramica greca policroma del 640 a.C. realizzata a Corinto e ritrovata a Veio, in Etruria.
Info utili
Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia si trova a Roma, in piazzale di Villa Giulia 9. È visitabile tutti i giorni dalle 8:30 alle 19:30. Chiuso il lunedì. Biglietto 10,00 €; ridotto 2,00 €. Ultimo ingresso ore 19:00. Come raggiungere il museo: Tram 2, 3 e 19 Metro A Flaminio.
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