L’isola di Vivara, appendice verde di Procida a cui è collegata da un ponte, è un arco di roccia di 32 ettari, intatto e disabitato. Riserva Naturale Statale, per molto tempo chiusa al pubblico, oggi Vivara si visita con facili trekking guidati attraverso un sentiero nella natura con vista mozzafiato sulle isole Flegree.
VISITA ALL’ISOLA DI VIVARA
Una virgola verde fra Procida e il mare. Così appare Vivara, l’isola che non c’era… In realtà c’è sempre stata con la sua bellezza selvaggia che emerge dal Tirreno: una mezzaluna di boschi di lecci e falesie sul mare.
Peccato che dal 2006 nessuno abbia più potuto visitarla, se non per scopi scientifici e naturalistici, perché è rimasta chiusa al pubblico per più di 11 anni.
Vivara, luogo incantevole ma inaccessibile, potrebbe essere la protagonista di una storia a lieto fine. L’8 aprile 2017, grazie ad un accordo fortemente voluto dal Comune, l’isola torna ad essere visitabile attraverso tour guidati che permettono di coglierne il fascino autentico e primitivo.
Collegata all’isola di Procida da un ponte lungo poco più di cento metri, l’isola di Vivara è ciò che resta del cratere occidentale di un vulcano marino risalente a oltre 50 mila anni fa. Un microcosmo intatto di 32 ettari a forma di arco. Deserta e senza spiagge ma con affacci a strapiombo sul blu intenso del mare e scorci unici sulle isole “sorelle”: Procida, Ischia e Capri.
Dal 2002 l’isola di Vivara è Riserva Naturale Statale e, se da un lato, questo ha imposto la chiusura dell’isolotto al pubblico, dall’altro l’ha certamente preservato da speculazioni edilizie e dal rischio di diventare l’isola delle scampagnate e dei pic-nic.
Ancora oggi è possibile visitare l’isola di Vivara (su prenotazione e solo nei weekend), seguendo delle regole ben precise. La volontà di tutelarla e conservarne la bellezza resta forte: basti pensare che durante i tour, oltre alla guida, è sempre presente un membro della Protezione Civile.
LA BELLEZZA INTRAMONTABILE DI VIVARA
Anche nel ‘700, con i re Borboni, Carlo III e Federico IV, l’isolotto di Vivara fu destinato a riserva di caccia e popolato di caprioli, conigli e fagiani. Da fine ‘800 agli anni 30 del Novecento, fu destinata alla coltivazione degli ulivi. Nel 1940 venne ceduta alla Fondazione Albano Francescano, che ancora oggi è fra gli enti proprietari.
Fino agli anni 90 i Procidani vivevano l’isola liberamente, come rifugio nel verde, per le escursioni in giornata, e anche, confessa qualcuno, come nascondiglio per marinare la scuola.
Quando fu destinata a riserva naturale divenne sempre più difficile visitare l’isola di Vivara, fino al 2006 quando fu completamente chiusa con ingressi autorizzati solo per motivi di ricerca ambientale.
ISOLA DI VIVARA RIAPERTA AL PUBBLICO DOPO UNDICI ANNI
Oggi la visita all’isola di Vivara inizia proprio dal ponte costruito nel 1957. Siamo a poca distanza dalla vivace Marina di Chiaiolella, nella parte sud di Procida, in località Santa Margherita.
Con una breve passeggiata si arriva a Vivara, che accoglie il visitatore con una scala “regale”, così chiamata non per la sua grandiosità ma perché fu realizzata in occasione della visita, nel 1930, di Maria José, consorte del principe Umberto.
Il sentiero principale parte un po’ più avanti: è una passeggiata facile di un’ora e mezza che unisce punta Capitello a punta Mezzogiorno, i due capi estremi dell’isola.
Un percorso che si snoda nella splendida natura di Vivara, che da anni la fa da padrona, salvo qualche testimonianza che ricorda i vari usi cui in passato fu destinato l’isolotto. Si vedono, infatti, il “cantinone”, un deposito del XVII secolo trasformato poi in fortino, ormai inglobato nella vegetazione. Oppure il frantoio dell’800 e il “pulpito”, la torre per cacciare le tortore. E poi le case rurali di fine ‘600 in località La Carcara, nel punto più alto dell’isola (109 metri).
ISOLA DI VIVARA: REGNO DI FLORA E FAUNA A DUE PASSI DA PROCIDA
Vivara è un’isola dalla bellezza selvatica, avvolta dai profumi intensi della macchia mediterranea mista a salsedine. Un paesaggio naturale fatto di boschi di lecci, ulivi, querce possenti, arbusti di mirto, erica e corbezzolo; pareti di succosi fichi d’India e alti carrubi.
Con un po’ di fortuna si è accompagnati nella passeggiata dallo svolazzare della “ninfa del corbezzolo”, una farfalla dalle ali maculate che vive sull’isola insieme ad un altro raro esemplare, la farfalla Cleopatra di un giallo quasi fosforescente.
Durante la visita di Vivara si incontra un albero piegato, detto il “posatoio dello sparviero” perché spesso il piccolo falco lo usa per una sosta durante il volo. Oppure può capitare di vedere il nido di qualche ghiandaia marina, uccello protetto, dal piumaggio rosso e azzurro.
ISOLA DI VIVARA: LA TERRAZZA SUL MARE
In questo paesaggio straordinario si aprono splendide terrazze sul mare, punti panoramici che offrono una veduta spettacolare sulle isole che circondano Vivara. A cominciare da Ischia, con l’isolotto su cui troneggia il Castello Aragonese, in primo piano.
Poi l’isola di Procida, tanto vicina che sembra di poterla toccare. La cartolina è spettacolare: la quinta delle insenature della Chiaiolella, dominata dal borgo di Terra Murata, in lontananza Capo Miseno e l’inconfondibile sagoma del Vesuvio.
Il punto più panoramico di Vivara è probabilmente la Tavola del Re, il belvedere sopra punta di Mezzogiorno, la zona più a sud dell’isola.
Il nome non è dato a caso, perché qui è “apparecchiata” la vista migliore delle tre isole Flegree: si vedono nitidissime Ischia e Procida e sfumata all’orizzonte Capri. Uno spettacolo di terra e mare da godere in silenzio accompagnati dal coro dei gabbiani in volo e dal rumore dell’acqua che sfiora le coste di quest’isola deserta.
ESCURSIONE A VIVARA: UN SENTIERO IN MEZZO ALLA BELLEZZA
Qui si conclude l’escursione all’isola di Vivara e si ritorna indietro ripercorrendo il sentiero nel verde alla ricerca di nuovi splendidi dettagli. Come il verde intenso dei licheni sui tronchi, indice di aria pulita, o il salto di qualche coniglio selvatico che a Vivara ha trovato il proprio angolo di paradiso.
Arrivati al ponte, si dà un ultimo sguardo a questo fazzoletto di terra intatto e incontaminato nel cuore del Tirreno. Oltre il ponte c’è Procida, tanto vicina e tanto diversa: piena di vita, con le sue spiagge, i borghi con le case color pastello addossate l’una all’altra, le reti, le barche, le voci di isolani e turisti.
Due mondi opposti: l’una verde e quieta, l’altra colorata e chiassosa. Ma oggi, l’Isola di Arturo narrata da Elsa Morante appare ancora più bella perché ha finalmente ritrovato la sua mezzaluna verde.
COME VISITARE VIVARA: il ponte per raggiungere l’isola di Vivara si trova in località Santa Margherita a Procida. L’isolotto è visitabile solo con tour guidati su prenotazione e pagamento online (www.comune.procida.na.it) ad agosto si accede venerdì, sabato e domenica: due partenze al giorno, alle 9 e alle 17:30. La visita dura un’ora e mezza comprese le soste, per un massimo di trenta persone a gruppo. Ingresso: 10 €; (non residenti); 7 Euro (residenti); gratis bambini (0-6 anni); tariffa ridotta del 50% docenti; 5 € ragazzi (età 7-17 anni); studenti universitari under 25 anni.
COME RAGGIUNGERE PROCIDA: l’isola si raggiunge da Napoli (molo Beverello) con l’aliscafo (circa 35 minuti) o in traghetto (circa un’ora). Dalla Marina Grande di Procida i bus della Eav collegano il porto con i vari punti dell’isola (frazioni, spiagge).
Soste per i camper: Camping Punta Serra, via Serra 4.
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