A circa 40 chilometri da Potenza, il piccolo borgo di Calvello, appollaiato a 730 metri di altezza nel cuore della Val Camastra, somiglia ad un presepe a cielo aperto. È incastonato tra boschi e montagne, che sotto la neve, si trasformano in paesaggi da fiaba.
Borgo di Calvello, boschi, montagne e antiche tradizioni
La prima immagine del paese è assolutamente scenografica: le casette di pietra, addossate le une alle altre, sembrano voler raggiungere il punto più alto dell’abitato.
E sulla cima, la sagoma squadrata di un castello. Oggi appare come un casale rimaneggiato, ma la sua storia risale al Medioevo, quando venne costruito sui resti di una roccaforte longobarda. Nei secoli è servito a diversi scopi, tra cui quello di soffocare i moti carbonari, divenendo sede della corte marziale.
Un pezzo fondamentale della storia di Calvello, che fu uno dei centri propulsori del Risorgimento lucano e, data l’impenetrabilità dei suoi boschi, cuore del brigantaggio post-unitario. Luoghi un tempo poco sicuri, dove avvenivano attacchi e saccheggi e si nascondevano le bande di briganti che tendevano imboscate all’esercito piemontese, in una guerriglia che nei boschi trovava l’alleato migliore.
Oggi, fra i tortuosi vicoli acciottolati che si snodano tra le casette del borgo, si respira un’atmosfera decisamente diversa. Il tempo scorre lento e il profumo del pane appena sfornato rievoca i ricordi di un’epoca passata. Si sente l’odore della legna accatastata nelle legnaie, delle castagne o delle spezie per la concia del maiale.
Tra dicembre e gennaio, alcune famiglie, ancora si riuniscono per rinnovare quest’antica tradizione, un tempo indispensabile per affrontare i lunghi inverni appenninici. Si producevano salumi di ogni tipo. Gli stessi che rendono unica la gastronomia locale, ricca anche di funghi, tartufi e dei frutti dei boschi che circondano Calvello. Faggeti, abetaie e castagneti che in autunno si tingono delle mille sfumature del giallo e del marrone e d’inverno si trasformano in una candida distesa silenziosa.
A Calvello, natura selvaggia e tesori medievali
Verso il 1100 infatti, alcuni Benedettini in cerca di luoghi solitari e adatti alla contemplazione, fondarono due cenobi, quello maschile di San Pietro, che non esiste più, e quello femminile di Santa Maria del Piano.
Il complesso, di cui fa parte un chiostro recentemente restaurato, è uno dei gioielli architettonici lucani. La chiesa romanica custodisce una splendida Vergine col Bambino benedicente, oltre a diversi affreschi e un coro ligneo dell’Ottocento.
A poca distanza c’è il ponte in pietra ad unica arcata di Sant’Antuono, costruito nel XIII secolo sempre dai Benedettini. Collega le sponde della fiumara La Terra, che fa di Calvello uno dei pochi borghi lucani ad essere attraversati da un corso d’acqua.
Entrando nel borgo di Calvello, passando prima da corso Vittorio Emanuele e poi attraverso piazza Marconi e piazza Sedile, ci si ritrova in un intricato dedalo di vicoli, tortuosi passaggi e strette scalinate che si insinuano tra palazzi nobiliari sette-ottocenteschi e deliziose chiesette.
Nell’800 se ne contavano una trentina tra l’abitato e la campagna. Oggi ne sono rimaste circa la metà, un numero pur sempre considerevole rispetto alla popolazione di duemila abitanti.
Le chiese, scrigni d’arte e sedi segrete dei Carbonari
La chiesa barocca di San Giuseppe, nella parte alta del borgo, conserva il Riposo nella Fuga in Egitto, opera di Federico Fiore, detto il Barocci.
Verso valle, nella quattrocentesca chiesa della Madonna degli Angeli, si ammirano cinque affreschi realizzati nel 1616 dal pittore lucano Girolamo Todisco. Questa chiesa è nota per essere stata sede della “Setta calvellese” durante le sommosse antiborboniche.
Era il punto di riferimento dei carbonari della Basilicata e il luogo in cui si tenevano le riunioni politiche sovversive, fatte passare per iniziative religiose della Congregazione del Santissimo Sacramento. Costarono la vita a nove patrioti, fucilati il 13 marzo del 1822.
Come arrivare a Calvello
Calvello (Potenza), si raggiunge in auto con l’A3 Salerno Reggio Calabria fino a Sisignano; da qui si segue il raccordo autostradale fino a Potenza, poi la statale 407 Basentana fino ad Albano di Lucania, si prosegue sulla provinciale 32 per Laurenzana e sulla strada comunale per Calvello.
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