Stupore e meraviglia sono le sensazioni che si provano davanti a Ronda, la bella città in provincia di Malaga, tagliata in due da un canyon e affacciata sui paesaggi della Serranía. È adagiata sulla gola “El Tajo”, scavata dal torrente Guadalevín. Un borgo-cartolina dalla doppia anima: da una parte il nucleo antico, dall’altra i quartieri moderni, con la Plaza de Toros tanto amata da Hemingway e Orson Wells. Scopriamo uno dei borghi più visitati e affascinanti dell’Andalusia e dell’intera Spagna.
Cosa fare a Ronda, la terrazza sulla roccia
Nel bel mezzo di un paesaggio spettacolare fatto di vallate e colline punteggiate da vigneti e uliveti, in una cornice di vette alte e brulle che si stagliano all’orizzonte, appare all’improvviso, quasi dal nulla, un enorme crinale roccioso, isolato nella Sierra.
Un lungo costone di pareti ambrate, alte fino a duecento metri, che al tramonto si tingono di un rosso infuocato, attraversato dalle acque del fiume Guadalevín, che si insinua nella gola del Tajo, il taglio.
Sulla vetta di questo immenso pianoro si distende Ronda, con le case che sembrano un naturale prolungamento della roccia sottostante e una storia che affonda le sue radici al tempo dei Celti (VI secolo a.C.) e continua con i Romani e con la dominazione musulmana, durata dal 713 al 1485, anno in cui la città fu riconquistata da re Ferdinando II d’Aragona.
Sul Puente Nuevo, verso la Cittadella
In Carretera de los Molinos si apre il Mirador de Ronda, con un gazebo in ferro e un balcone che si protende al di fuori della terrazza, dando la sensazione di essere sospesi nel vuoto. Sconsigliato a chi soffre di vertigini, regala una vista spettacolare sul canyon formato dal fiume e sul paese.
Spettacolare, il Mirador de Aldehuela, in Calle Armiñán 1, dal qual si gode di una vista incomparabile sul fiume, le rocce, le falesie, il borgo e sul Puente Nuevo, il simbolo di Ronda. Lo troverete rappresentato ovunque: cartoline, souvenir, magneti. Questa monumentale opera di ingegneria è forse la maggiore attrazione della città. Ha richiesto ben 42 anni di lavori: fu completato nel 1793 dall’architetto José Martín de Aldehuela. È alto circa 100 metri e sovrasta il burrone “el Tajo” e il fiume Guadalevín. Fu realizzato per unire il nucleo antico di Ronda alla città nuova.
Cosa vedere a Ronda
Uno degli edifici più belli è sicuramente il Palacio de los Marqueses de Salvatierra, con il portale rinascimentale finemente cesellato, ai lati del quale si innalza una coppia di colonne corinzie, sulle quali si trova un fregio in pietra riccamente decorato da cui parte una bellissima griglia in ferro. In alto, quattro statuette Inca sostengono un frontone sul quale è collocato lo stemma della nobile famiglia a cui appartiene ancora oggi il palazzo, i Salvatierra, appunto.
Anche l’interno è interessante. Custodisce un pregiato set di mobili e oggetti decorativi e artistici di alta qualità, come intagli e dipinti. Dal giardino sul retro si gode di una magnifica vista sulla Sierra de las Nieves (una delle nove regioni della provincia di Malaga) e su ciò che resta delle antiche mura medievali della città e dei suoi bagni arabi. Il palazzo è un bene di interesse culturale e quindi considerato monumento cittadino.
L’edificio sorge vicino agli altri due ponti di Ronda: il Puente Vejo, ricostruito nel 1616 dopo il crollo di una struttura più antica, e il Puente de San Miguel, detto anche Puente Árabe, di architettura moresca, del XIV secolo. Sono entrambi costruiti sulla gola del fiume Guadalevín e, come il Puente Nuovo, servivano ad unire le due parti della città.
Altrettanto affascinante, la Casa del Rey Moro, un complesso settecentesco costruito su fondamenta arabe, con i giardini e una lunga galleria sotterranea, la Mina de Água, scavata nella roccia nel ‘300. Era utilizzata sia a scopo difensivo che per prelevare l’acqua dal fiume sottostante. Attualmente la casa è in restauro, mentre i giardini e la Mina sono visitabili.
Da Piazza della Duchessa al Mercadillo
Proprio al centro della Cittadella si apre la bella Plaza de la Duquesa de Percent, sulla quale sorgono il Municipio, il Convento de Santa Isabel e soprattutto la Chiesa de Santa María la Mayor sovrastata da un alto campanile che in epoca araba era il minareto della moschea.
Modificata nel corso dei secoli, presenta una facciata in cui sono evidenti lo stile arabo, gotico e rinascimentale.
A poca distanza sorge il sontuoso Palacio de Mondragón, con preziose decorazioni e tre patios interni. Risale al Trecento ed è stato la residenza dei sultani arabi. Oggi è la sede del Museo de Ronda e custodisce reperti e documenti che testimoniano la storia della città.
Verso la parte più esterna della Ciudad, invece, si trova la Puerta de Almocábar, sovrastata da due torri difensive circolari. Un tempo costituiva l’accesso principale alla Cittadella.
Ronda, la culla della corrida
La cittadina spagnola non è solo un luogo di bellezze naturali uniche e splendidi edifici antichi in cui si legge la sua storia, ma anche un luogo profondamente legato alla tradizione. E si sa, una delle tradizioni più sentite in Spagna è quella della tauromachia. Il simbolo di questa antica pratica di lotta fra uomo e animale è la famosa Plaza de Toros che si apre vicino alla centrale e Plaza de España, nel Mercadillo, la parte moderna di Ronda.
Questa arena fu costruita nel 1785 da José Martín de Aldehuela (lo stesso ingegnere del Ponte Nuovo) e, oltre ad essere tra le arene più belle al mondo è anche una delle più antiche di tutta la Spagna e la più antica arena interamente costruita in pietra conservatasi fino ad oggi. Il suo terreno di combattimento ha un diametro di 66 metri ed è circondato da 10 gradinate divise in due ordini, in grado di ospitare 5.000 spettatori.
Tra tutti gli appassionati di questa antica tradizione, spiccano due personaggi illustri: Ernest Hamingway e Orson Welles, che pur nutrendo una profonda antipatia reciproca erano entrambi amanti di corride e di Ronda. La città ha voluto ricambiare l’affetto dei due grandi intellettuali con due sculture in bronzo poste all’inizio delle due passeggiate a loro dedicate fuori dall’arena, in una vicina area verde.
A ricordarli, anche le tante foto esposte al Museo Taurino all’interno dell’arena, dove si ammirano numerosi cimeli, locandine, abiti tradizionali indossati dai toreri, dipinti e tante altre curiosità.
La corrida trova ancora oggi migliaia di sostenitori in tutta la Spagna, ma a Ronda, in particolare, c’è un forte attaccamento a questa antica arte. La lotta fra uomo e toro, come unici protagonisti dello scontro, è nata proprio qui nel Settecento. Prima si effettuava solo a cavallo. Ad ideare la corrida come la conosciamo oggi fu Pedro Romero Martínez (1754-1839), nativo di Ronda e tra i matadores più famosi di Spagna, che si faceva disegnare i vestiti dal pittore Francisco Goya (che lo ritraeva anche nei suoi quadri). Una vera leggenda da queste parti e nell’intero Paese.
A lui è dedicata la Feria de Pedro Romero, nota anche come corrida goyesca, che si tiene normalmente nel primo fine settimana di settembre. È una delle manifestazioni più importanti di Spagna, un tripudio di colori, sfilate, costumi, folla e ovviamente corride.
Per concludere in bellezza la visita alla bella cittadina spagnola di Ronda si può scegliere di rilassarsi all’Alameda del Tajo, un piccolo parco con panchine ombreggiate da grandi alberi, oppure concedersi una cerveza ghiacciata o un bicchiere di vino tinto (vino rosso), in uno dei bar nella centrale Plaza del Soccorro, davanti alla Chiesa di Nuestra Señora del Soccorro. Un’altra splendida istantanea di Ronda, la terrazza sulla roccia.
Cosa fare nei dintorni di Ronda
1- Escursione all’insediamento romano
A 20 chilometri a nordovest di Ronda, in posizione collinare, si trova il sito archeologico di Acinipo (che significa “città del vino”), una delle poche città dell’Impero Romano ad esportare il proprio vino a Roma. Fu fondata dall’Urbe nel I secolo a.C.
All’epoca la città aveva una propria moneta e il suo simbolo era un grappolo d’uva. Durante il I scolo d.C., Acinipo doveva aver raggiunto una popolazione di 5.000 abitanti, parti dei quali, in seguito, abbandonarono il sito per fondare la città di Arunda, l’attuale Ronda. Acinipo cadde definitivamente nel 429 d.C. e da allora venne praticamente dimenticata.
Fra i vari resti spicca il Teatro Romano, con le gratinate scavate nella roccia, utilizzato ancora oggi. Di grande interesse anche le rovine del Foro e delle Terme. Indirizzo: Carretera Ronda-Sevilla. Orario: dal mercoledì alla domenica, dalle 9 alle 14:30. Ingresso: gratuito. Per verificare gli orari chiamare: 0034 951 041452.
2- Arte preistorica alla grotta dei dipinti
A 22 chilometri a sudovest di Ronda si visita la Cueva de la Pileta, una grotta preistorica in cui si ammirano bellissimi esempi di arte muraria paleolitica e neolitica. Al suo interno sono visibili numerose pitture e incisioni in stile franco-cantabrico, che rappresentano cervi, pesci, capre, cavalli, tori, una foca, un bisonte, simboli astratti e svariate figure. È un’importantissima testimonianza di arte paleolitica estesa al di fuori delle sue normali aree di sviluppo (Spagna settentrionale e Francia sud-occidentale). Oltre alle pitture, questo luogo, casualmente scoperto da un contadino del luogo, ha restituito anche una serie di figure nere schematiche provenienti dai resti di materiale Eneolitico e Neolitico, come ceramiche dipinte e incise. La Cueva de la Pileta era all’epoca utilizzata come abitazione e luogo di sepoltura. Oggi è una delle maggiori attrazioni turistiche della Serranía de Ronda.
3- Visita ad una finca tipica
A circa sette chilometri a nordest di Ronda c’è la tenuta Reservatauro, che appartiene all’ex torero Rafael Tejada. È una tipica finca spagnola di duecento ettari, dichiarata Riserva della Biosfera dall’Unesco, dove vengono allevati tori di lidia e cavalli andalusi.
All’interno della tenuta, un piccolo museo dedicato al matador e un’arena in cui si preparano i toreri. Indirizzo: Carretera Ronda Campillos, km 34. Ingresso: 28 €. A questa pagina potete prenotare online la visita alla tenuta Reservatauro.
Leggi anche: Cosa vedere a Siviglia, le attrazioni principali, Cosa vedere a Barcellona: i luoghi e le attrazioni imperdibili
What do you think?