Visitare la Corea del Sud vuol dire immergersi nell’atmosfera di un Paese dove regnano meravigliosi contrasti. Da un lato vediamo l’innovazione in tutta la sua potenza. Dall’altro, invece, una valorizzazione della tradizione che non ha paura di andare a recuperare percorsi, monumenti e luoghi speciali di secoli e secoli fa.
Aprire questo capitolo vuol dire, per forza di cose, parlare dei templi della Corea del Sud. Se hai programmato un viaggio in questo fantastico Paese, magari in occasione di un momento speciale come la luna di miele, non devi fare altro che proseguire nella lettura di questo articolo.
Come capire che ci si trova nei pressi di un tempio?
Partiamo dalle basi e vediamo una curiosità interessante per capire se ci si trova nei pressi di un tempio durante un itinerario in Corea del Sud. Se è presente, su un cartello o su una mappa, una parola che termina con “sa”, vuol dire che la direzione è quella giusta.
Il Buddismo in Corea
I templi della Corea del Sud sono il lascito più bello di una tradizione che, nel Paese, ha iniziato a prendere piede attorno al 374 circa. Quando si parla del buddismo in Corea, è necessario ricordare il suo essere un approccio alla spiritualità che, per lungo tempo, ha convissuto con altre religioni, dall’animismo al taoismo.
A seguito di diversi viaggi da parte dei monaci in Cina, tutti effettuati con lo scopo di entrare in possesso delle vecchie copie dei principali testi sacri per tradurli, iniziò a prendere piede una corrente locale, poi chiamata “buddismo unificato”, che si proponeva lo scopo di andare a limare alcuni aspetti, secondo diversi punti di vista vere e proprie incongruenze, tipici della tradizione buddista cinese.
Caratteristiche dei templi buddisti coreani
Tantissimi in tutto il Paese, pur essendo, di fatto, uno diverso dall’altro, i templi buddisti coreani presentano diverse caratteristiche comuni. Tra le principali è possibile chiamare in causa la presenza di un portale d’ingresso, il cui scopo principale è delimitare chiaramente l’area dedicata ai riti sacri.
In corrispondenza del cortile, invece, si può trovare una zona il cui nome si traduce in italiano come “Portale dei quattro re celesti”. Qui, infatti, figurano le statue di quattro divinità le quali, secondo la tradizione buddista, avrebbero lo scopo di contrastare gli spiriti malvagi, facendo da guardia all’ingresso del paradiso.
Si può soggiornare presso un tempio buddista coreano?
La risposta è affermativa. In alcuni templi, i turisti possono scegliere una visita con pernottamento. Si tratta di un’esperienza unica nel suo genere in quanto, a partire dalle prime ore del mattino, è possibile partecipare a diverse cerimonie che scandiscono la vita dei monaci.
I templi della Corea del Sud da non perdere
A questo punto, non resta che parlare di quelli che sono i tempi più affascinanti del Paese. Chi ama l’idea di dedicarsi a percorsi insoliti, poco battuti dal turismo di massa, può prendere in considerazione un visita al Bulguksa Temple, che si trova nella città di Gyeongju (se ti interessa approfondire le peculiarità del centro urbano, capitale culturale del Paese, GuidaCorea.it ci fa scoprire Gyeongju in questo articolo).
Patrimonio UNESCO da 30 anni, questo tempio buddista è stato più volte ricostruito nei secoli. Questo, però, nulla toglie alla magnificenza architettonica del complesso.
Guardando invece al contesto di Seoul, non si può non citare il tempio di Bongeunsa, che si trova nel celebre e brulicante distretto di Gangnam. Grazie a luoghi come questo, si può toccare con mano il già citato contrasto tra innovazione e antiche tradizioni che permea il Paese.
Il tempio in questione è famoso sia per le sue dimensioni importanti, sia per la monumentale statua del Buddha che ospita al suo interno.
Sempre a Seoul, non si può assolutamente perdere la visita al tempio di Suguksa, decisamente meno mainstream degli altri e caratterizzato, lato stilistico, dalla particolarità della facciata dorata.
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