La Rocca Sforzesca di Dozza è l’esempio tangibile delle imprese di Caterina Sforza che hanno ancora eco in uno dei borghi più belli e colorati d’Italia. Tra miti e leggende si scopre un tesoro del passato trasformato in fortezza medievale prima di diventare una residenza nobiliare in epoca rinascimentale.
Oggi la Rocca di Dozza ospita il Museo della Rocca che accoglie le opere delle famiglie che l’hanno abitata. La visita si articola su tre percorsi: la fortezza medievale e rinascimentale, la dimora rinascimentale e la dimora settecentesca. Il Museo della Rocca custodisce anche le collezioni d’arte contemporanea della Biennale del Muro Dipinto di Dozza ed è per quindi il punto di partenza ideale per andare alla scoperta della storia e delle bellezze del borgo di Dozza e del suo territorio.
Rocca sforzesca di Dozza: la bellezza del passato nel borgo dei murales
In Emilia Romagna si trova un borgo in cui l’arte del passato si fonde con quella contemporanea in un connubio unico che meraviglia ogni visitatore.
È Dozza, piccolo centro tra Imola e Bologna che, pur conservando il suo aspetto medievale, ha visto negli ultimi anni le mura dei suoi edifici ornarsi di magnifici murales contemporanei durante la famosa Biennale del muro dipinto.
Così è chiamata la kermesse che richiama nel borgo di Dozza artisti di fama internazionale che si cimentano nella produzione delle opere che caratterizzano alcuni degli scorci più belli del paese.
Il borgo di Dozza è un vero e proprio museo a cielo aperto, visitabile in ogni periodo dell’anno senza dover acquistare il biglietto d’ingresso. Basta passare dalla porta principale del borgo che si apre nelle possenti mura medievali del paese e percorrere le due strade principali che attraversano il centro storico per poter ammirare le straordinarie opere che lo impreziosiscono.
Una carrellata di capolavori dai colori sgargianti campeggiano sulle case del borgo, raccontando ad ogni angolo una storia diversa, densa di emozioni e significati.
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In passato, il mastio dei castelli doveva formare un nucleo abitativo autonomo nel quale potersi rifugiare in caso di lungo assedio nemico. Nella Rocca Sforzesca di Dozza questa antica funzione della torre maggiore è ben visibile nell’architettura, rimasta quasi completamente intatta.
Gli ambienti interni sono dotati anche di una cisterna per il rifornimento dell’acqua mentre le sale mostrano l’eleganza voluta dagli esponenti dei Campeggi e Malvezzi, le famiglie entrate in possesso della struttura nel corso del ‘500, che commissionarono importanti ristrutturazioni per trasformare il forte in una residenza signorile.
L’aspetto esteriore della struttura risale invece all’epoca precedente l’ingresso di queste due famiglie, quando il borgo di Dozza apparteneva ad una delle più importanti casate italiane: gli Sforza, a cui il possente maniero deve anche il nome.
Gli interventi fatti dagli Sforza si riscontrano nelle bellissime torri circolari che abbracciano le più antiche di forma quadrata, nel coronamento dei beccatelli e nella profondità del nuovo fossato. Innovazioni volute dalla grande Caterina Sforza dopo il matrimonio con Girolamo Riario nel 1473, unione dalla quale nacque il figlio Ottaviano.
Caterina Sforza, divenuta signora di Imola e Forlì, si attivò per rendere ben fortificate le rocche site nei suoi domini, che facevano gola a personaggi del calibro di Cesare Borgia.
Non c’è da stupirsi se una delle leggende più note su Caterina Sforza sia nata proprio nel borgo di Dozza. Al piano nobile della Rocca Sforzesca di Dozza c’è un pozzo pieno di lame. Leggenda vuole che Caterina vi ci facesse gettare i propri amanti.
Cosa c’è di vero? La Sforza viene descritta dalle cronache come una donna dal carattere forte e spesso spietata con i propri nemici: quando Girolamo Riario fu ucciso in una congiura e si scoprì che la donna era innamorata di Giacomo Feo, i sostenitori del primo marito lo uccisero per paura che Caterina conferisse favori all’amato togliendoli al figlio legittimo avuto dalle nozze.
La vendetta della Sforza fu cruenta: si racconta che abbia fatto sterminare i cospiratori dell’omicidio e le loro famiglie. Non ci sono prove che dimostrino che Caterina facesse gettare i propri nemici nel pozzo della Rocca di Dozza. L’ipotesi più plausibile è che si tratti di un pozzo a rasoio, strumento di difesa interna tipico delle rocche medievali, usato per i nemici che riuscivano a penetrare nella fortezza.
Rocca di Dozza orari
Orario invernale, dal martedì al sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.00; domenica e festivi dalle 10.00 alle 19.30.
Orario estivo, dal martedì al sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30; domenica e festivi dalle 10.00 alle 19.30. aperture in orario straordinario su prenotazione.
Biglietto Rocca Sforzesca Dozza: normale 5 €, gratuito fino ai 18 anni, ridotto a 4 € per i gruppi di oltre 20 persone.
Indirizzo: Piazza della Rocca, Rocca Sforzesca di Dozza
40060 Dozza (BO). Tel. 0542 678240.
Come arrivare a Dozza
Provenendo da Nord, seguire l’Autostrada A1; in prossimità di Bologna prendere l’autostrada A14 direzione Ancona e uscire al casello Autostradale di Castel San Pietro Terme. Provenendo da Sud, percorrere l’Autostrada A14 – E45 in direzione Bologna e uscire al casello Autostradale di Castel San Pietro Terme. Seguire le indicazioni per Imola lungo la via Statale Provinciale 19, San Carlo. Raggiunta la Statale 9, via Emilia si prosegue in direzione Rimini. Dopo circa 4 km si svolta a destra al bivio per Dozza e si percorre via Calanco che diviene via XX Settembre appena entrati nel borgo di Dozza.
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