Un intricato dedalo di stradine lastricate, sul quale si affacciano chiese ricche di dettagli preziosi. Il centro storico di Sant’Agata de’ Goti, la bella cittadina di origini sannitiche in provincia di Benevento, è un vero un salotto a cielo aperto, arroccato su uno sperone di tufo scuro, inciso dai torrenti Martorano e Riello.
Sant’Agata de’ Goti, piccolo gioiello del Sannio Beneventano
Un piccolo gioiello nascosto tra le montagne del Taburno, avvolto da un’atmosfera di tranquillità e silenzio, oltre che da un alone di mistero che l’accompagna da secoli. I Goti vi si insediarono nel 553 d.C., dopo essere stati sconfitti dai Bizantini. Si potrebbe pensare che fu quest’antica civiltà a darle il nome, ma è più probabile che esso sia legato alla famiglia De Goth, antichi feudatari di questo borgo in cui il tempo sembra essersi fermato, con le case che si affacciano sul vuoto, come se nascessero dalla roccia e fossero un suo naturale prolungamento. Creano un’immagine da cartolina, sospese come sono, tra il blu intenso del fiume e l’azzurro del cielo.
A vederla da lontano, Sant’Agata de’ Goti sembra un presepe a cielo aperto. Si trova oltre il ponte ottocentesco che attraversa il torrente Martorano, quello che un tempo fu l’ingresso all’antica città sannita di Saticula, già nota nel 343 a.C.
È il punto più panoramico da cui osservare la rocca e il pittoresco abitato che da essa sembra sorgere. I numerosi monumenti e le belle stradine di basolato bianco, testimoniano il ricco passato della cittadina, legato soprattutto ai mille anni di sede vescovile (970-1986). Tra i vescovi, vi furono Sant’Alfonso Maria de’ Liguori e Felice Peretti, il futuro papa Sisto V.
Cosa vedere a Sant’Agata De’ Goti
Il primo monumento che dà un’idea degli antichi splendori di Sant’Agata de’ Goti è il possente Castello normanno, che con le chiese, i porticati e i bei palazzi ricorda le varie denominazioni che qui si sono succedute (Romani, Longobardi, Normanni) e delle quali si conservano le testimonianze.
Vicino al maniero sorgono due gioielli architettonici: la chiesa dell’Annunziata e la chiesa di San Menna. La prima, risalente al 1237 e costruita per accogliere i poveri e gli ammalati, custodisce splendidi affreschi, tra i quali spicca un enorme e toccante Giudizio Finale della prima metà del ‘400, probabilmente ad opera di Ferrante Maglione.
Splendidi anche gli affreschi ritrovati dietro l’altare, che si sono conservati solo perché nascosti per secoli sotto una bellissima pala di Angiolillo Arcuccio, raffigurante l’Annunciazione, oggi nella prima cappella a sinistra.
Ad illuminare la chiesa, 18 coloratissime vetrate realizzate dall’artista Bruno Cassinari.
La chiesa di San Menna, intitolata ad un eremita vissuto nel VI secolo nel Sannio Beneventano, è di origini più antiche ed è posta lungo le mura originarie della città. Consacrata nel 1110, fu costruita come cappella del castello normanno. Al suo interno conserva uno splendido pavimento musivo del XIII secolo.
Affacciata sul torrente Riello, sul lato opposto del torrente Martorano, via Roma, il corso principale di Sant’Agata De’ Goti, attraversa la cittadina per circa un chilometro.
Si dirama in un dedalo di viuzze, affacciate su romantiche piazzette e stretti vicoli che si rincorrono prima di riunirsi nella strada centrale.
Questa cittadina riserva sorprese ad ogni angolo: proprio su via Roma, la strada del passeggio, i negozietti conservano ancora le antiche scritte in legno, e tra gli eleganti palazzi e le belle chiese, spuntano epigrafe latine e resti di colonne.
In piazza Trento, sorge la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli con l’attiguo convento delle suore di clausura Redentoriste. Qui si ripete un rito senza tempo: in cambio di una piccola offerta, le suore faranno passare attraverso l’antica “ruota degli esposti”, dove un tempo venivano lasciati i bambini, delle formelle di ostia da sgranocchiare durante la passeggiata.
Più avanti, la chiesa di Sant’Angelo de Munculanis, presenta sulla sinistra, l’originale ingresso altomedievale. All’interno si trova una piccola cripta con scolatoio, dove un tempo venivano adagiati i morti a perdere i liquidi.
A poca distanza, merita una visita la bella chiesa di San Francesco del XIII secolo, parte di un complesso conventuale.
Pur avendo subito un forte intervento nel ‘700, conserva ancora il suo fascino originale grazie al soffitto a cassettoni, il sarcofago trecentesco del conte Ludovico Artus e il superbo pavimento in ceramica realizzato da Giuseppe e Donato Massa, gli stessi autori del chiostro maiolicato di Santa Chiara a Napoli.
Rivolgendosi alla Pro Loco è possibile visitare la cripta dei francescani e salire al campanile, dal quale si gode di una splendida vista sul pittoresco abitato di Sant’Agata de’ Goti.
A pochi passi si trova l’ingresso al chiostro del convento, dove oggi hanno sede gli uffici comunali. Più avanti, in un angolo della piazza intitolata a Sant’Alfonso, si trova la Società operaia di Mutuo Soccorso, risalente al 1882. Si contrappone al Circolo dei Signori, che sorge sul lato opposto della piazza. In questa cittadina dal volto aristocratico, infatti, i circoli degli operai e dei signori si sono sempre contrapposti.
Infine, merita una visita il duomo che vanta un bellissimo ingresso: un elegante portico, sorretto da enormi colonne sbilenche, donano un aspetto curioso e affascinante all’antico Episcopio (la residenza del vescovo) del 970.
Epigrafi funerarie e lapidi, come quella a Giulio Cesare, raccontano stralci del passato sotto l’arco romanico, vicino al quale si staglia il campanile. Sotto la chiesa, da non perdere, la cripta del XII secolo, sorretta da colonne sovrastate da capitelli finemente lavorati.
Via Roma termina alla Villa Comunale, di fronte la quale, nei locali dell’ex palazzo Mosera, sono ospitati un antico torchio, a testimoniare una tradizione millenaria, e una piccola collezione d’arte contemporanea.
Qui, proprio alla confluenza dei due torrenti, termina la passeggiata attraverso la bella cittadina di Sant’Agata de’ Goti, splendido borgo dal fascino antico, con il centro storico intatto, le belle chiese e gli eleganti palazzi.
Come arrivare a Sant’Agata de’Goti
Il borgo di Sant’Agata si raggiunge in auto con la A1 Roma-Napoli, uscita Caserta sud. Da qui si prende la statale 335-I, si supera Maddaloni e dopo 11 chilometri si svolta sulla strada Fondovalle Isclero.
In treno, con la linea Napoli-Benevento, fino ad Arpia. Da qui si prosegue in autobus per Sant’Agata de’Goti. La cittadina è facilmente raggiungibile anche dall’aeroporto di Napoli.
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