Villa Farnesina è uno dei capolavori di Raffaello Sanzio a Roma. Fu costruita agli inizi del Cinquecento per volere di Agostino Ghigi, un ricco banchiere di origine senese che affidò il progetto a Baldassarre Peruzzi, oggi è la sede di rappresentanza dell’Accademia dei Lincei.
Dal 1511 fu decorata con un superbo ciclo di affreschi di Sebastiano del Piombo. Ma il capolavoro assoluto della villa, che nel 1579 divenne proprietà della famiglia Farnese, è la Loggia di Amore e Psiche, dipinta da Raffaello e dalla sua scuola.
Le opere di Raffaello a Villa Farnesina: Loggia di Amore e Psiche
Per conferire un’area festosa e spettacolare a quest’ambiente, Raffaello trasformò la volta della Loggia in una pergola, come se la vegetazione del giardino avesse invaso l’interno della villa.
Culmine del ciclo di affreschi sono le scene del Convitto degli Dei e delle nozze di Amore e Psiche. Anche se l’impianto dell’affresco e delle singole scene si devono alla genialità di Raffaello, c’è da dire che alla realizzazione dell’opera lavorarono diversi suoi allievi, tra cui Giulio Romano e Giovanni da Udine.
Secondo quanto scrisse il biografo Giorgio Vasari, Raffaello “fece in quest’opera tutti i cartoni, e molte figure colorì di sua mano in fresco”.
LOGGIA DI GALATEA: C’È LO ZAMPINO DI MICHELANGELO?
Un’altra splendida opera di Raffaello, all’interno di Villa Farnesina, si trova nella Loggia di Galatea, che prende il nome dalla ninfa che l’artista dipinse su un cocchio a forma di conchiglia, trasportato sull’acqua dai delfini e circondata da un gruppo di tritoni, nereidi e amorini.
La ninfa è dipinta con i tratti del viso aggraziati, in contrasto con le rotonde forme del corpo. Il Trionfo di Galatea si trova vicino all’enorme Polifemo, innamorato della ninfa, dipinto da Sebastiano del Piombo. Ispirandosi alla stessa leggenda, Raffaello ritrasse Galatea nell’atto di allontanarsi dallo sgraziato corteggiatore, inizialmente nudo, poi coperto con una veste.
Agli affreschi della loggia lavorarono diversi artisti. Dapprima lo stesso Baldassarre Peruzzi, che nel 1511, affrescò la volta con l’oroscopo dell’allora proprietario Agostino Chigi. Nello stesso anno, Sebastiano del Piombo dipinse le scene mitologiche delle nove lunette, ispirandosi a quelle delle Metamorfosi di Ovidio.
La decima lunetta, fu affrescata da Peruzzi con un enorme Testa di giovane, che secondo una leggenda sarebbe invece opera di Michelangelo Buonarroti.
Attorno a quest’opera infatti, ruota la storia secondo cui Michelangelo, considerato uno dei pittori più illustri di Roma insieme a Raffaello, curioso di sapere come procedevano gli affreschi del suo rivale, si fosse introdotto nella villa eludendo la sorveglianza con uno stratagemma.
Raffaello non permetteva a nessuno di visionare il proprio operato, ma durante una pausa dai lavori, Michelangelo riuscì ad entrare nel palazzo, dove si trovò, anche se per pochi istanti, davanti alle pareti semi-affrescate dall’artista.
Non riuscendo a resistere alla tentazione, prese un pezzo di carbone e disegnò l’enorme e bellissima testa. Quando Raffaello vide il disegno, capì subito che doveva trattarsi di un’opera di Michelangelo, il solo che avrebbe potuto produrne una di tale maestria. Pur essendo arrabbiato per quell’intrusione, non se la sentì di cancellare il disegno e anzi ordinò che nessuno lo toccasse.
Nella Loggia di Galatea sono presenti altri capolavori, tra cui diversi paesaggi seicenteschi attribuiti a Dughet.
Info utili
Villa Farnesina si trova in via Lungara 230. Biglietto: 6 € (ridotto 5 €; scuole 3 €).
Orario: da lunedì a sabato dalle 09:00 alle 14:00. Chiuso domenica e festivi.; aperto la seconda domenica di ogni mese.
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