La Villa Romana di Positano, distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., torna finalmente alla luce dopo anni di scavi, che hanno restituito un tesoro preziosissimo e conferito un nuovo volto a Positano, finora famosa nel mondo quasi esclusivamente per le sue bellezze naturali.
La Domus Romana, infatti, fa acquisire alla bellissima località della Costiera Amalfitana una straordinaria importanza culturale e dimostra che questa città è da secoli crocevia di storia e cultura, oltre ad un ricercato luogo d’otium, ovvero una meta ambita di ristoro per il corpo e per la mente. Questa antica dimora, oltre ad essere una straordinaria testimonianza del passato di questa cittadina e un tassello importante che si aggiunge al patrimonio culturale del nostro Paese, ha un’enorme valenza storica, in quanto si pensa che proprio dal nome del suo proprietario, Posides, derivi il nome di Positano.
Villa Romana Positano: storia di una meraviglia
A 11 metri di profondità, esattamente sotto la chiesa di Santa Maria Assunta, si trovano i resti di una splendida villa romana ricca di magnifici affreschi, distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 dopo Cristo.
Posides, come probabilmente si chiamava il suo proprietario, era un liberto dell’imperatore Claudio e si fece costruire una sfarzosa villa d’ozio in una posizione spettacolare, a poche centinaia di metri dalla spiaggia, proprio di fronte agli isolotti di Li Galli.
Volle una casa grande quanto tutta la baia, digradante a terrazze verso il mare e, a giudicare dagli straordinari ritrovamenti, non badò a spese per la sua costruzione. I reperti della Villa Romana di Positano sono ora inseriti nel percorso del MAR-Museo Archeologico Romano di Positano, aperto al pubblico dalla scorsa estate.
Villa Romana Positano: sepolta da una valanga di ceneri e lapilli
Nel 1758 trovò il peristilio della Villa Romana di Positano, che nel corso dei secoli era già stata depredata. Da allora, ci sono voluti 260 anni per riportare alla luce questa antica dimora.
Solo nel 2004, infatti, la Soprintendenza Archeologica di Salerno diede inizio a due diverse campagne di scavo, una dal 2004 al 2006 e una tra il 2015 e il 2016. Ciò che venne fuori furono i resti della villa collassata su se stessa in seguito all’eruzione del Vesuvio.
La tragedia, si riversò sulla Costiera sotto forma di ceneri, pomici e lapilli che, trasportati dai venti da una distanza di 20 chilometri, coprirono completamente Positano.
Le successive piogge, mescolandosi ai sedimenti delle eruzioni, formarono una colata di fango che si riversò negli ambienti della Villa. Una volta solidificato, divenne un materiale durissimo, simile al cemento, che “pietrificò” tutto ciò che si trovava al loro interno. Fu proprio questo a salvare e conservare i reperti, compresi i preziosi affreschi, che hanno mantenuto intatti i loro colori.
Dagli scavi è emerso un magnifico triclinum, un vero e proprio salone di rappresentanza di circa 35 metri quadrati, con le pareti alte 5 metri. Per ora, questo ambiente situato sotto la cripta, nella parte inferiore della chiesa, è l’unica zona visibile della villa, ma sono previste ulteriori campagne di scavo che sicuramente ci regaleranno altre sorprese.
Villa Romana Positano: dalla cripta al triclinium, tre piani di sorprese
Continuando a scendere si arriva al magnifico triclinium, che si ammira dall’alto di una passerella di vetro e acciaio. Questo ambiente si trova a 11 metri di profondità, sotto l’ampia cripta della chiesa, a sua volta sottostante l’oratorio della Buona Morte.
Era probabilmente una delle sale da pranzo al piano terra della villa che doveva essere a più piani, come si deduce dalle tracce di travi e murature superiori.
Il salone era chiuso da tre pareti, di cui una, quella a ovest, è collassata all’interno della stanza. Il lato sud, invece, era aperto sullo splendido mare di Positano. Delle colonne che formavano il loggiato della villa ne è stata ritrovata solo una, spezzata, al centro della stanza.
È difficile datare in maniera precisa la costruzione della Villa Romana di Positano: considerando le decorazioni e gli splendidi affreschi del Quarto Stile che ricoprono interamente le pareti del triclinium, può essere fatta risalire sicuramente tra il I secolo avanti Cristo e il I secolo dopo Cristo.
Molto probabilmente, al momento dell’eruzione la villa doveva essere in ristrutturazione, forse a causa dei danni del sisma dell’anno 62 o per un passaggio di proprietà.
Lo dimostra il ritrovamento di contenitori in piombo con attrezzi da muratore e i resti di un armadio blindato in ferro e legno in cui erano conservati una serie di preziosi oggetti per il pranzo, tra stoviglie, anfore e coppe di bronzo.
Gli affreschi della Villa Romana di Positano: architetture dipinte, amorini e animali fantastici
Come in una grandiosa scenografia, tre fasce di affreschi ricoprono le pareti: su quella superiore, arricchita anche da stucchi, si ammirano finti tendaggi, dietro i quali si alternano rappresentazioni della villa stessa, con terrazze, scale, finestre e porte che si aprono su stanze interne, balconi, camere con pesanti tende e soffitti a cassettoni.
Su tutta la scena si insinuano animali mitologici, cavalli alati, eleganti pavoni, uccelli e serpenti marini. Qualche sprazzo di bianco è dato dagli altorilievi in stucco inseriti in un trionfo di colori splendidi e preziosi: il famoso rosso pompeiano ottenuto dal cinabro, il verde dal rame e il blu da malachite e lapislazzuli.
Nella fascia intermedia, invece, ci sono pannelli a sfondo monocromo decorati con riquadri che raffigurano alcune scene mitologiche, da quella del centauro Chirone che dà lezioni di lira al giovane Achille davanti a Dionisio, fino alla donna con bambino e al locus amœnus, un paesaggio marino in cui è raffigurata una baia con barca a vela e pescatore, circondata da edifici porticati.
Anche l’ultima fascia, o zoccolo, presenta colori sgargianti e simboli del culto dionisiaco, oltre a figure di Pegaso e grifoni. Arriva fino al pavimento ed è decorata da un mosaico a tessere bianche e una doppia cornice.
Di grande suggestione il calco, perfettamente conservato, della porta di legno che dal triclinio conduceva agli altri ambienti della villa.
Al MAR, Museo Archeologico Romano di Positano, i reperti della villa romana
Le ossa rinvenute sono state inviate all’Istituto Antropologico della Soprintendenza Archeologica toscana, per individuare le principali cause di morte, riconducibili soprattutto a diabete, artrosi, parodontiti e osteomieliti. Tra i resti rinvenuti, sono molti quelli di marinai con scapole e clavicole usurate sul lato destro.
Nella cripta Superiore è allestito lo spazio museale dove sono esposti gli oggetti rinvenuti negli scavi della Villa: seghe, padelle, piedi di mobili, pesi di bilancia e un bellissimo candelabro in bronzo.
Vi si trovano anche gli oggetti ritrovati nella cripta Inferiore, situata sotto il presbiterio della chiesa di Santa Maria Assunta.
È il primo nucleo della chiesa benedettina, del X secolo, e conserva piccole sezioni di affreschi e due colonne sottratte alla villa, una in granito rosso del Nordafrica e una in marmo nero, straordinarie testimonianze della magnificenza della Villa Romana di Positano.
Info utili Villa Romana Positano
Il MAR-Museo Archeologico Romano di Positano si trova in Piazza Flavio Gioia, 7 – 84017 Positano (SA). Orari di apertura: dal 1° Aprile al 31 Ottobre, dal lunedì alla domenica dalle 09.00 alle 21.00; dal 1° Novembre dalle 10.00 alle 16.00. Biglietto d’ingresso (con guida) 15 €.
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Come arrivare a Positano:
Positano, a 43 chilometri dal capoluogo Salerno, si raggiunge in auto con l’A3, uscita Castellamare, poi si seguono le Statali 145 e 163; da Salerno statale 163.
In treno: da Napoli Centrale ferrovia Circumvesuviana fino a Sorrento, poi bus Sita.
In aliscafo: da maggio a ottobre Metrò del Mare da Napoli.
In nave: Positano si raggiunge in nave da Sorrento, Salerno, Amalfi e dai diversi porti di Ischia.
In aereo: aeroporto di Napoli a 62 chilometri; da qui bus Curreri per Sorrento e bus Sita per Positano.
In camper: area di sosta Camping Nube d’Argento, Sorrento, via Capo 21.
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