Il 2022 è l’anno giusto per trascorrere un weekend d’arte a Venezia, in occasione della grande mostra in corso a Palazzo Ducale per i 1.600 anni della nascita della città e della Biennale. Questi due straordinari eventi sono l’occasione giusta per riscoprire alcuni dei monumenti che hanno reso la città lagunare famosa nel mondo: il complesso di Piazza San Marco, le chiese costruite per celebrare la liberazione dalla peste, il Museo Fortuny riaperto da poco. Vediamo cosa fare e vedere a Venezia in un viaggio all’insegna dell’arte seguendo il filo delle mostre in corso.
Weekend d’arte a Venezia: a Palazzo Ducale la mostra Veneti 1600. Nascite e rinascite
Meraviglia d’acqua e luce, tenace e capace di adattarsi ad ogni cambiamento continuando a cambiare, Venezia ha da poco festeggiato i 1.600 anni dalla sua fondazione, e oggi come allora affascina i visitatori di tutto il mondo con il suo mix unico di mito e storia.
Una storia tanto affascinante e ricca, da scoprire attraverso la mostra Veneti 1600. Nascite e rinascite, allestita nella splendida cornice di Palazzo Ducale, visibile fino al 5 giugno. In esposizione, più di 250 pezzi, tra opere d’arte, documentari rari e manufatti antichi. “Venezia è resiliente, fatta di nascite e rinascite. In 16 secoli ha dovuto superare tanti momenti di crisi e ha saputo sempre reagire, reinventandosi, ma rimanendo sempre fedele a se stessa”, è questo il mood della mostra che porta alla (ri)scoperta dei luoghi simbolo di Venezia attraverso uno sguardo più attento e consapevole.
L’esposizione di Palazzo Ducale rievoca una città accogliente, crogiuolo di popoli e culture, regina dei mari e dei commerci, resa grande dalle gesta dei suoi dogi e dall’abilità dei suoi mercanti, ma anche dalla mestria dei suoi artigiani e dalla genialità dei suoi artisti.
Venezia è la patria di San Marco, il patrono cui è intitolata la Basilica ricca di sorprendenti mosaici, e della Vergine, alla quale sono consacrate tante chiese cittadine. La mostra Venetia 1600. Nascite e rinascite racconta la tormentata lotta della città contro il fuoco, ricordando gli incendi che a più riprese distrussero il Fondaco dei Tedeschi, il Mercato di Rialto, il monumentale Palazzo Ducale e il magnifico Teatro La Fenice, sempre tenacemente ricostruiti.
Il percorso espositivo racconta anche l’altro terribile flagello che con la quale la città si trovò a dover fare i conti nel 1576 e nel 1630: la peste, che tanto costò a Venezia in termini di vite, lasciando a memoria le splendide chiese votive del Santissimo Redentore e di Santa Maria della Salute.
Poi, in un viaggio ideale, si attraversano i secoli successivi, dallo splendore del ‘700, tempo di maschere, di Goldoni e Vivaldi, fino alla fine della Repubblica e agli eventi che portarono Venezia a essere italiana e a scoprire la sua naturale indole di città d’arte.
Infine, attraverso l’opera The Raft (La Zattera), un potente video in slow motion del 2004 dell’artista multimediale Bill Viola, si scoprono le nuove sfide che Venezia è chiamata ad affrontare nel presente e nel prossimo futuro: la cosiddetta “acqua granda”, il pericolo reale che la splendida città lagunare venga sommersa dalle acque del Mar Adriatico, un disastro che Venezia ha già dovuto affrontare nel 1966 e la notte del 12 novembre del 2019, quando si è ritrovata invasa da 187 cm di acqua, un episodio indelebile nella mente dei veneziani, ben consapevoli del delicato equilibrio che esiste tra l’acqua, la città e i suoi abitanti.
Cosa fare e vedere a Venezia durante la mostra di Palazzo Ducale e la Biennale: tutte le meraviglie di Piazza San Marco
Dopo aver ammirato le opere della mostra, allestita nell’Appartamento dei Dogi, vale la pena continuare la visita di Palazzo Ducale passeggiando tra i monumentali saloni che un tempo ospitavano le riunioni degli organi di governo della Serenissima. Queste sale sono state ricostruite dopo i terribili incendi che colpirono il palazzo nel 1574 e nel 1577. Oggi possiamo ammirare in tutto il loro splendore le magnifiche decorazioni che le abbelliscono, che un tempo esaltavano la magnificenza della Serenissima. Opera dei maggiori artisti dell’epoca, rappresentano allegorie di battaglie, processioni, corti e cieli popolati da santi e figure mitologiche.
Mirabile esempio è il soffitto della Sala del Collegio, dipinto da Paolo Veronese, che raffigura Il Buon Governo della Repubblica con una serie di figure in cui spiccano la personificazione della Fede, su cui il governo si fonda, e delle Virtù che lo guidano. La bellezza di questo grandioso apparato decorativo raggiunge il suo culmine nell’enorme Sala del Maggior Consiglio, dove si ammira il Paradiso, opera pittorica di Jacopo Tintoretto e suo figlio Domenico. La tela, che accoglie più di cinquecento figure, a causa delle sue colossali dimensioni dovette essere dipinta a pezzi e poi ricomposta.
Gli appassionati di storia possono concludere la visita con gli Itinerari Segreti di Palazzo Ducale, attraverso ambienti normalmente non visitati, che raccontano come veniva amministrato ed esercitato il potere all’epoca della Serenissima.
Da Palazzo Ducale alla Basilica di San Marco
Vicino a Palazzo Ducale sorge la splendida Basilica di San Marco, straordinaria combinazione di architettura occidentale ed orientale, con le sue guglie gotiche, le cinque cupole bizantine e i quattro cavalli di bronzo di epoca romana, giunti in laguna dopo il Sacco di Costantinopoli del 1204 durante la Quarta crociata.
Entrando nella Basilica si è avvolti dalla straordinaria luce dei mosaici dorati che rivestono la parte superiore dell’edificio, magistralmente realizzati a partire dall’XI secolo. Magnifici quelli della cupola dell’Ascensione, al centro della chiesa, e quelli dell’Orazione nell’Orto, sopra lo zoccolo della navata destra, che raffigurano l’ultima e tormentata notte che Gesù trascorse nell’Orto degli ulivi.
Usciti dalla Basilica del santo patrono si torna di nuovo in piazza, dove lo sguardo è calamitato dal monumentale Campanile, subito ricostruito, nello stesso aspetto e nello stesso posto, dopo il crollo del 1902. Da qui il viaggio a Venezia continua passeggiando sotto i portici di Piazza San Marco che sembrano abbracciare il visitatore facendolo sentire accolto in un immenso salotto.
L’aspetto attuale di questo luogo simbolo di Venezia risale al XVI secolo, quando il doge Andrea Gritti, sognando una città in grado di competere con la Roma imperiale, affidò il rifacimento della piazza al fiorentino Jacopo Sansovino. I loggiati che ricordano gli edifici dell’antichità classica, la chiesa dalle atmosfere orientali, il campanile in mattoni e il palazzo gotico convivono in perfetta armonia creando un mix di stili unico al mondo, che regala a questo luogo una magia che non ha eguali.
Dai portici, sul lato opposto rispetto alla Basilica, merita una visita il Museo Correr, dove si attraversano i saloni del Palazzo Reale, di epoca napoleonica e asburgica. Lo stile, gli affreschi e gli arredi rispecchiano la volontà di inaugurare una nuova era della storia di Venezia. Oggi si possono visitare diverse sale dell’Ala Napoleonica, fra cui quelle che ospitarono l’imperatrice Elisabetta d’Austria (Sissi). L’apertura completa è prevista per l’estate.
Straordinaria, anche la Quadreria, in particolare la Sala 38, dove si ammira il dipinto Le due dame veneziane, una delle opere più famose di Vittore Carpaccio, il grande pittore che raccontava attraverso i suoi quadri la Venezia a cavallo tra Quattro e Cinquecento.
Prima di proseguire vale la pena fare una pausa nel caffè del museo, con le sale stile impero che offrono una splendida vista sulla Basilica e sul Campanile. A pochissima distanza, sul Bacino di San Marco, si aprono i Giardini Reali, visitabili dal 2019 dopo decenni di abbandono: il progetto, curato dall’architetto paesaggista Paolo Pejrone ha visto il totale recupero della flora attraverso l’uso di piante perfettamente integrate nell’ecosistema naturale della laguna, che non hanno bisogno di irrigazione. Si è poi provveduto al restauro dei padiglioni neoclassici e del pergolato ottocentesco in ghisa. Questi giardini sono un altro buon esempio della Venezia che si trasforma.
Alla scoperta delle chiese più belle di Venezia erette per celebrare la fine della peste
Tappa fondamentale di un weekend all’insegna dell’arte a Venezia è la splendida Basilica di Santa Maria della Salute, grandiosa opera seicentesca di Baldassarre Longhena. Si raggiunge attraversando il Canal Grande, imbarcandosi sulla “gondola traghetto” accanto alla fermata del vaporetto San Marco. Dominata dalla possente cupola, questa chiesa che sembra sorgere dall’acqua, svetta sul paesaggio dell’intera Punta della Dogana, risaltando nel panorama del Bacino di San Marco e del Canal Grande. Nel progettare questo magnifico edificio, Longhena prestò grande attenzione ai modelli del Palladio e come risultato ottenne uno dei migliori esempi di architettura barocca veneziana.
La chiesa venne costruita per ringraziare la Vergine per aver debellato la peste nel 1630. L’origine votiva è evidente nel sontuoso altare maggiore, incorniciato da un ricco gruppo di sculture in marmo realizzato da Giusto Le Court, considerato il “Bernini dell’Adriatico”. All’interno della chiesa, imperdibile la visita alla Sacrestia Maggiore, che custodisce ben dodici opere di Tiziano e quello che è probabilmente l’opera più nota del Tintoretto: Le Nozze di Cana (1561).
L’altra celebre chiesa votiva di Venezia si trova sull’isola della Giudecca, e per raggiungerla bisogna arrivare alle Zattere e prendere il traghetto. Affacciata sull’acqua, la Chiesa del Santissimo Redentore è un magnifico esempio di architettura classico-rinascimentale commissionata dalla Serenissima ad Andrea Palladio per rispettare un voto fatto durante la tragica pestilenza del 1576. L’anno successivo, fu festeggiata la liberazione dal morbo con una solenne processione che raggiunse su un ponte di barche il luogo in cui stava sorgendo la chiesa. Questa antica tradizione perdura ancora oggi, con la scenografica Festa del Redentore ogni terza domenica di luglio, un appuntamento imperdibile per i veneziani.
Dal Museo Fortuny al Ponte di Rialto
L’ultima tappa del weekend all’insegna dell’arte a Venezia in occasione della mostra di Palazzo Ducale e della Biennale è il Museo Fortuny, altra preziosa testimonianza della rinascita della città. Il museo ha riaperto a due anni dall'”acqua granda” che nel 2019 aveva danneggiato il piano terra del palazzo gotico che lo ospita. In questo edificio, che oggi è un museo permanente, nei primi decenni del Novecento visse e lavorò Mariano Fortuny y Madrazo (1871-1949), eclettico artista spagnolo, il cui concetto di opera d’arte totale, lo portò, insieme alla moglie Henriette Nigrin, musa e compagna di lavoro, a fare numerose sperimentazioni, che spaziavano dalle tecniche di illuminazione alla stampa, fino alla lavorazione dei tessuti.
Nacquero così straordinarie scenografie teatrali, lampade, stoffe e splendidi abiti famosi nel mondo. Nelle sale dei piani superiori, illuminati dalla luce che penetra dalle finestre affacciate sul Canal Grande, si fa un interessante viaggio in quegli anni.
Usciti dal Museo Fortuny, in dieci minuti di passeggiata si raggiunge l’ultima tappa di questo viaggio a Venezia, il mitico Ponte di Rialto, il luogo dove, secondo la leggenda, la città fu fondata allo scoccare del mezzogiorno del 25 marzo del 421, festa dell’Annunciazione.
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